
Il GSE ha comunicato che il 26 settembre 2025 sarà l’ultima data utile per presentare una nuova richiesta di accesso al meccanismo dello Scambio sul posto, valida solo per gli impianti entrati in esercizio entro il 29 maggio 2025.
In alternativa allo scambio sul posto sarà possibile accedere al Ritiro dedicato (Rid) per la remunerazione dell’energia immessa, sempre attraverso il GSE.
La differenza fondamentale tra il Ritiro dedicato e lo Scambio sul posto è che, mentre il secondo rappresenta a tutti gli effetti una compensazione a “bilanciamento” tra l’energia prelevata e quella immessa in rete, nel primo caso si tratta di una vera e propria vendita dell’energia prodotta in eccesso dall’impianto e ceduta in rete, ad un prezzo stabilito.
Ad oggi, per accedere al Ritiro dedicato bisogna attivare un contratto specifico con il GSE che ha durata di un anno, rinnovabile tacitamente.
COSA SUCCEDERA’ DA ADESSO
La fase successiva sarà quindi normata da provvedimenti ancora in divenire.
Numerosi sono gli utenti che hanno visto i propri contratti Ssp scadere: per quelli che li hanno sottoscritti almeno 15 anni fa, la deadline fissata al 31 dicembre 2024 e da allora non è stato più possibile rinnovarli.
A partire dal 1° gennaio 2025, per gestire questa prima transizione e garantire la continuità del servizio e della valorizzazione economica dell’energia immessa in rete, il GSE ha attivato d’ufficio, un contratto Rid in sostituzione di quello Ssp.
Per chi ha ancora in essere un contratto, dovrà attenderne la naturale scadenza.
Chi dovesse installare un impianto dopo il 29 maggio 2025 potrà scegliere tre strade:
- sottoscrivere un contratto Rid, con il GSE che corrisponde al produttore un determinato prezzo per ogni kWh immesso in rete il cui ammontare dipende dalla tipologia di impianto e dagli eventuali ulteriori incentivi di cui l’impianto beneficia;
- massimizzare l’autoconsumo, magari installando anche un sistema di accumulo e riducendo la quantità di energia da immettere in rete;
- aderire, qualora possibile, a una CER, condividendo all’interno della comunità l’energia prodotta e usufruendo eventualmente degli incentivi disposti dall’apposito decreto
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